Un Dio che sorprende!


 20/12/2020  |     don Michele Amorosini  |    828  |   Spiritualità



Meditazione per la IV domenica di Avvento 2020

Cari fratelli e sorelle,
la Parola vuole raggiungere il nostro cuore proponendoci il motivo della fedeltà di Dio. Un Dio fedele è la roccia capace di dare stabilità alle nostre vite, ma anche capace di sorprendere: Davide deve accettare che i progetti di Dio, e non i suoi, plasmino la sua vita; Maria accoglie, con stupore e nella fede, la proposta di Dio.
«Il Signore è con te»: questo saluto dell’angelo a Maria è l’espressione del volto di Dio che oggi si offre anche a noi. Egli è con noi ancora prima che ne prendiamo consapevolezza e, talvolta, sconvolge i nostri progetti. Ognuno di noi, nella sua vita ha sperimentato il fallimento di qualche progetto, spesso anche di programmi che sembravano buoni e a cui teneva molto. Talvolta il fallimento è dovuto soprattutto alla propria infedeltà e debolezza nel perseguire lo scopo prefissato. La parola di Dio, che la liturgia ci propone, getta luce su questa esperienza, insegnando da una parte a non credersi i padroni della propria vita, dall’altra a vivere anche il fallimento come possibile momento di crescita. Dio Padre onnipotente compie il suo progetto piegando, con la forza dell’amore, il cuore dell’uomo. Dio suscita i suoi servi tra i potenti, come Davide, e gli umili, come Maria. L’ascolto e l’obbedienza alla Parola trasforma il cuore degli uomini.
La Vergine Maria è la fortunata persona alla quale fu rivolto il divino saluto “per concludere l’affare” più importante e più grande del mondo: l’incarnazione del Verbo eterno, la pace fra Dio e gli uomini e la redenzione del genere umano. Il saluto angelico è l’arcobaleno, il segno della benevolenza e della grazia di Dio donate al mondo.
«La felicità si fonda sulla verità. […]. Impossibile fabbricare la verità o sottometterla ai propri capricci; essa è data e occorre inchinarsi davanti ad essa. L’uomo non può conquistarla; di fronte ad essa è solo un mendicante che deve servirla. […] La sola via percorribile verso la felicità consiste nell’essere uomo, donna d’avvento: qualcuno che ascolta più di quanto non parli, qualcuno soprattutto consapevole che “nulla è impossibile a Dio”. Se Dio ci dà poco significa che abbiamo sperato poco: è, infatti, impossibile nutrire qualcuno che non ha fame» (G. Danneels).


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