Deserto, tempo di conversione


 21/02/2015  |     don Alessandro Brandi  |   Spirito e Vita



«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»

All’inizio di questo tempo di Quaresima lo Spirito sospinge anche noi nel deserto, proprio come Gesù prima di dare avvio alla sua missione pubblica. Il deserto è luogo di solitudine, di abbandono, di prova, di verità, di intimità, dell’essenziale, dove si fa esperienza dei limiti e delle risorse che portiamo dentro di noi.

Qui il Signore ci chiama, per raggiungere il nostro cuore e sedurci, per mostrarsi fragile come noi: egli, il Dio Onnipotente, si lascia mettere alla prova da uomo e da uomo respinge ogni tentazione. Così Gesù inaugura per noi un tempo nuovo, il tempo del Regno di Dio, che si fa vicino a tutti coloro che lottano quotidianamente contro il male, la sofferenza, l’ingiustizia e la disperazione. Accogliendo l’invito di Dio ad entrare con lui nel deserto per lasciare dietro di noi tutto ciò che ci è di peso, che ci rende schiavi, che fa dei nostri giorni una piatta routine, rivolgiamo a lui il nostro cuore e così potremo anche noi partecipare alla gioia della vita nuova, che intravediamo all’orizzonte del cammino quaresimale, quando il sole della Pasqua, il Cristo Risorto e vivente, illuminerà la vita di chi crede in lui e nel suo Vangelo.

La Parola di Dio sia il pane quotidiano che nutre e dà forza al nostro cammino nel deserto, ci aiuti a «crescere nella conoscenza del mistero di Cristo perché possiamo testimoniarlo con una degna condotta di vita» (colletta). Lasciandoci sedurre in questo cammino di conversione vedremo germogliare il nostro deserto e fiorire nella nostra vita la grazia e la gioia che Gesù ha seminato in abbondanza con la sua vita, morte e risurrezione.



La creatura della terra stava per perire di sete;
consunta dal calore infocato, errava nel deserto senz'acqua
e, disgraziata, non trovava nulla per estinguere la sua sete.
Allora il mio Salvatore, fonte di ogni bene, fece scaturire fiumi di vita, esclamando:
Dal tuo ventre ti venne la sete; bevi al mio fianco e non avrai mai più sete.
[…]
Canta, creatura terrena,
celebra colui che ha sofferto, che è morto per te,
e quando fra non molto lo contemplerai vivente,
accoglilo nel tuo cuore.
Ché Cristo deve rialzarsi dalla tomba e rinnovarti, o uomo.
Preparagli dunque un'anima pura, perché facendosela sua dimora,
il tuo re la renda un cielo.
Ancora pochissimo ed egli verrà a colmare di gioia gli afflitti,
perché Adamo ritrovi la gloria.

(Romano il Melode)


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