Avvento: tempo dello Spirito


 03/12/2020  |     don Michele Amorosini  |    919  |   Spiritualità



Meditazione per la I domenica di Avvento 2020

Fra i tempi liturgici dell’anno l’Avvento, con la sua caratteristica di essere momento di preparazione al Natale, è un momento forte di vita della comunità cristiana. Si rivela in esso insieme il ricordo dei fatti che hanno preceduto la storia salvifica arrivata, con la nascita di Cristo, alla pienezza dei tempi; ma si respira nella celebrazione liturgica del tempo di Avvento l’attesa escatologica della seconda venuta di Cristo. È un tempo di ricca vitalità liturgica e di particolare impegno spirituale. Il tema dell’attesa è vissuto nella Chiesa con la stessa preghiera che risuonava nelle assemblee cristiane primitive: il Marana tha (Vieni, Signore) o il Maran athà (Il Signore viene) dei testi di Paolo (1 Cor 16,22) e dell’Apocalisse (Ap 22,20).

L’Avvento è una riscoperta della centralità di Cristo nella storia della salvezza. Le letture bibliche e le antifone che ci vengono presentate in questo periodo ci ricordano i suoi titoli messianici: Messia, Liberatore, Salvatore, Atteso dalle nazioni, Annunciato dai profeti…Nei suoi titoli e funzioni Cristo, rivelato dal Padre, diventa il personaggio centrale, la chiave di volta di una storia, della storia della salvezza.

Avvento è tempo dello Spirito Santo il vero, ma nascosto Precursore di Cristo nella sua prima venuta ed è già il Precursore della seconda venuta. Egli ha parlato per mezzo dei profeti, ha ispirato gli oracoli messianici, ha anticipato con le sue primizie di gioia la venuta di Cristo nei protagonisti come Zaccaria, Elisabetta, Giovanni Battista, Maria.

Avvento è il tempo mariano per eccellenza e l’inizio dell’Anno liturgico. Alla luce del mistero di Maria, la Vergine dell’Avvento, la Chiesa vive in questo tempo l’esperienza di essere “come una Maria storica” che possiede e dona agli uomini la presenza e la grazia del Salvatore. «La spiritualità dell’Avvento risulta così una spiritualità impegnativa, uno sforzo fatto dalla comunità per ricuperare la coscienza di essere Chiesa per il mondo, riserva di speranza e di gioia. Ma anche di essere Chiesa per Cristo, sposa vigilante nella preghiera ed esultante nella lode del Signore che viene» (J. Daniélou).

La tematica che accomuna le letture della prima Domenica dell’Anno B, è la speranza, la virtù per eccellenza dell’Avvento. Essa ci fa guardare con fiducia e coraggio al domani, non dimenticando però con realismo la situazione presente radicata nella memoria delle cose buone già conosciute e vissute. La speranza si coniuga alla vigilanza e alla operosità. Il brano evangelico (Mc 13,33-37), si chiude con il medesimo invito: «Vigilate» (v. 33.37). Vigilare: cosa vuol dire, per Cristo? Non si tratta soltanto di credere, ma di stare in vedetta. Sapete che cosa vuol dire aspettare un amico, aspettare quando ritarda? Vigilare per Cristo è qualcosa di simile. Vigilare con Cristo è guardare avanti senza dimenticare il passato e non dimenticare che Egli viene incontro a noi per donare la sua vita sulla croce. Prepariamo il nostro cuore, quale culla prediletta da Gesù, ad accogliere il Signore della vita!

Con l’Avvento entra in uso la terza edizione rivista del Messale Romano con alcune novità, tra queste la nuova versione della preghiera del Padre Nostro che siamo chiamati a recitare così:
“Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il Tuo nome
venga il Tuo Regno
sia fatta la Tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come ANCHE noi li rimettiamo ai nostri debitori e
NON ABBANDONARCI ALLA tentazione
ma liberaci dal male”.
 
Inoltre, vi invito a realizzare il presepe nelle vostre case, lo faccio con le parole che Papa Francesco ha rivolto nella lettera apostolica del 2019 Admirabile signum:
 
«Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. […]
Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo. Questi ricordi ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi.
Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli».

Auguro a ciascuno e alle vostre famiglie buon cammino di Avvento!


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